venerdì 13 giugno 2008

PubMed (compito 3)




Seguendo l’invito del professore a baloccarmi un po’ con questa banca dati biomedica, ho provato a cercare notizie sull’ernia del disco, un disturbo che ha tormentato mio padre negli ultimi mesi. Entro quindi su PubMed e poi sul MeSH database dove, dopo aver visto i semplicissimi tutorial, inserisco nella query "slipped disk" e clicco su Go. Fortunatamente la ricerca da come risultato solo "Intervertebral Disk Displacement", spunto questo nome e restringo la ricerca contrassegnando anche la voce "therapy" e "Restrict search to major topic headings only" ed invio tutto al Search Box with AND. A questo punto focalizzo la mia ricerca sull'ozono terapia e, utilizzando ancora il MeSH, inserisco "ozone", spunto la prima casella e lo invio come prima al Search Box with AND. Adesso sono pronto per lanciare la mia ricerca e faccio click su "Search PubMed": 13 articoli.. non male.. non mi resta che limitare la mia ricerca ad umani di sesso maschile e mi rimangono solo 6 risultati di cui il più interessante è "Treatment of herniated lumbar disc by intradiscal and intraforaminal oxygen-ozone (O2-O3) injection". L'unico problema è che sono tutti in inglese, ma non si può mica avere tutto nella vita!







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i lavori degli altri

martedì 10 giugno 2008

La giusta responsabilità (compito 1)

Pubblicare foto e video su internet: una tendenza dilagante, grazie agli strumenti messi a disposizione della tecnologia (videocamere, macchine fotografiche digitali e videofonini) e alle piattaforme che spopolano sul web (YouTube e Flickr su tutte). La rete sembra non porre confini alla libertà d’espressione e pubblicazione, e può dare la sensazione che tutto sia possibile. Ma attenzione: forse non tutti lo sanno, ma esistono limiti alla libertà di pubblicare, legati soprattutto alla privacy delle persone ritratte e al copyright che può interessare eventi pubblici (partite di calcio, concerti..).
Le normative di riferimento sono in molti casi ancora quelle dell’era pre-tecnologica, dunque non sempre adeguate ai nuovi scenari. Il risultato è che in molti casi si ha la sensazione di trovarsi in un mondo senza regole, dove non è chiaro cosa è lecito e cosa no. Ritengo che non sia giusto criminalizzare o attribuire eccessiva responsabilità agli utenti, per esempio nel caso in cui pubblichino un contenuto protetto: la responsabilità, in questo caso, spetta a chi attorno a questa attività ha costruito un’attività commerciale, ovvero chi gestisce la piattaforma, che non può chiamarsi fuori e permettere che eventuali colpe ricadano solo sugli utenti.



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riferimenti bibliografici:
http://it.youtube.com/t/copyright_notice
http://info.yahoo.com/privacy/it/yahoo/